La pratica della mindfulness è sempre più diffusa e incuriosisce moltissime persone. L’idea di poter trovare il proprio centro di equilibrio quando la vita è in tempesta è un pensiero che abbiamo fatto tutti; ma l’aspetto più innovativo della mindfulness non sta nella soluzione del problema! Perchè è questo che la tua mente vorrebbe in quel momento di ansia, preoccupazione, stress. In questo articolo ti spiego perché la pratico, la studio e la inserisco negli esercizi dei miei corsi con un mantra speciale: inspira, resta, resisti.

LA MINDFULNESS E LA MEDITAZIONE ORIENTALE
Parlando con le mie allieve di pratiche di meditazione, mi sono resa conto che la prima idea che si associa è la possibilità di trascendere i problemi e le angosce della vita. La mente va immediatamente all’immagine del Buddha felice o degli yogi; sembrano così sereni, felici e intoccabili mentre noi comuni mortali cerchiamo di sopravvivere all’orda barbarica di pensieri e problemi. Il che rende tutto ancora più difficile e lontano dalla realtà.
La meditazione orientale a cui Jon Kabat-Zinn si è ispirato nell’ideare questa pratica, non è mai una fuga, ma un restare. Come biologo molecolare e conoscitore della meditazione, il suo intento è stato proprio quello di creare un metodo che unisse la millenaria esperienza orientale con gli aspetti scientifici psicomotivazionali, per aiutare le persone a ridurre il dolore (in tutte le sue espressioni, fisiche ed emotive) nella loro quotidianità. Potremmo definirlo il tentativo di rendere accessibile la meditazione anche senza essere in ritiro su un eremo.
IL VERO SEGRETO DELLA PRATICA: NON SCAPPARE. INSPIRA RESTA RESISTI
Quando sei immersa in qualsiasi tipo di problema l’unico desiderio è poter fuggire, allontanare il dolore, eliminare quella brutta sensazione. E, a volte, riesci pure a farlo! Ti distrai, ti convinci di sapere cosa fare, mandi tutti a quel paese: ognuno ha i suoi metodi. Però, alla fine, ti ritrovi a pensarci ancora; più lo allontani più ritorna. Questo accade perchè la mente critica razionale ha lo scopo di tenerti ancorata dove ha le sue certezze, e queste certezze purtroppo si basano su memorie spiacevoli del passato (vissute più o meno direttamente) e visioni catastrofiche del futuro.
Hai presente quando arrivano tutti i pensieri a dirti che sicuramente finirà in quel modo se lo farai? Che già è successo, o lo hai visto succedere a quell’amica? E tu, in quel turbine di immagini sei solo una spettatrice, qualcuno che subisce e si lamenta. Ecco, queste sono le due parole che voglio aiutarti ad eliminare: subire e lamentarti. Per fare questo la mindfulness è un’ottima pratica e molto più semplice di quello che credi. La mia versione, quella che ha cambiato me e le donne che seguo è proprio inspira, resta, resisti.

LE BASI DELLE PRATICA: RESPIRARE
Diciamo che questo lo sappiamo fare tutti. Non ti dirò come fare, o di cercare di cambiare il tuo modo di farlo. Nella respirazione yoga esistono tantissimi modi di controllare e direzionare il respiro, e ti consiglio di di approfondirle in seguito. Ma se sei all’inizio di questo viaggio e vuoi avvicinarti ai benefici della mindfulness quello che ti servirà è l’attenzione. Essendo un’attività automatica del corpo non ci facciamo mai caso se non i situazioni di disagio: fiato corto, mancanza d’aria, malanni. Insomma, tutti momenti gioiosi… Eppure il primo esercizio è proprio l’attenzione, l’osservare e sentire il corpo che respira.
Non ho detto pensare al respiro! È una differenza non da poco ed è la prima che noterai. Ti renderai conto di pensare a come respiri, ed è normale! La mente s’impiccia sempre dei tuoi affari, soprattutto se cerchi di ricavarti uno spazio tutto tuo. Allora prova questo piccolissimo esercizio:
- siediti comoda, cerca un momento in cui nessuno ti disturberà ( fermo già la tua prima obiezione: puoi anche chiedere di non essere disturbata, non aspettare che l’umanità sparisca). Bastano anche solo 10 minuti al giorno
- inizia a respirare, normalmente, senza cercare di modificare il respiro ( non è una gara)
- senti l’aria che entra dal naso, se è fresca o calda; senti se si gonfia la pancia o il torace; senti l’aria che esce dal naso o dalla bocca.
- arriveranno i pensieri, di tutti i tipi. L’obiettivo non è eliminarli, ma osservarli come nuvole che passano e tornare con l’attenzione al respiro. Questo potrà accadere anche 100 volte in 10 minuti: non importa. Più ti allenerai più tornerai al respiro.
- cerca di essere costante: meglio 5 minuti ogni giorno che 20 una volta a settimana. Devi educare te stessa ad un’abitudine, non fare i compiti a casa!
INSPIRA, RESTA E RESISTI
L’inspirazione è quella che ti ho spiegato nel paragrafo sopra: non è facile ma è semplice. Adesso arrivare la fase del restare. Quella che ti piacerà di meno ma quella che ti porterà fuori dal tunnel. I pensieri ci saranno, sempre. E anche quel problema che ti assilla: la mindfulness non è magia. Il vero click avviene quando impari a restare lì dove non stai bene; perchè qualcosa sta spingendo per uscire e nel caos dei pensieri tu non lo distingui più. Ecco il mio segreto. Ecco cosa significa mindfulness. Restare nel momento presente senza essere trascinata via.
Mi spiego meglio: se continui ad arrovellarti il cervello su quello che dovresti fare nella giornata, perchè hai troppi impegni, troppe responsabilità e nessuno ti capisce, ti aiuta, ti sostiene, la tua mente continuerà solo a suggerirti frustrazione ed incapacità. Tu sei lì nel traffico e già pensi e tutto quello che ti attenderà a casa…Così perdi il contatto con il bisogno emotivo che è alla base di quei pensieri: riposare, staccare, chiedere aiuto, prenderti una pausa. Questo significa restare: invece di smadonnare contro tutto quello che ti aspetta, resti in quel fastidioso morso allo stomaco e sei capace di ascoltarlo. E ascoltarti.
RESISTERE: SMETTI DI LAMENTARTI, RESISTI E TROVA LA TUA VIA D’USCITA
Arriviamo all’ultimo punto, quello che amo di più. Resistere. Perchè la mindfulness ti insegna che hai la capacità di farlo: di resistere alla tempesta, di trovare la forza. Di comprendere che passerà, anche la più tremenda. Credo che siamo troppo intontiti dall’idea, nobilissima, della resilienza a tutti i costi: è vero che dagli eventi peggiori ne possiamo trarre miglioramenti e trasformazioni, ma penso che diventi un alibi per non pensare che puoi fare la differenza. E, soprattutto, che quel passato non è destinato a ripetersi nella stessa maniera ogni volta! Dire questa frase che effetto ti fa? Ecco, è questa sensazione che voglio entri nella tua testa mentre pratichi la mindfulness. Sei qui adesso, non nel passato e nemmeno nel futuro che ti fa paura: ma hai la possibilità di scegliere in che direzione andare. Di scegliere che futuro vuoi, stavolta.

SEI PRONTA A FARLO?
Non è una domanda banale. Perchè so che la prima volta ti sentirai un’idiota che si distrae sempre e che non ne vale la pena. Ma, nel dire questo, non c’entra la mindfulness né qualsiasi meditazione: continui a dirti che sei tu il problema. È questo è molto più consolatorio e facile che provare ad entrare in contatto con il tuo dolore, restare e resistere. Perchè per farlo devi metterti al centrhttps://www.annamariacarbonaro.com/come-riprendere-in-mano-la-tua-vita-la-crisi-delle-certezze/o della tua vita e riprenderla in mano: vuol dire prenderti del tempo e ascoltare tutto quello che hai evitato fino ad ora. Vuol dire sapere che le scappatoie sono belle ma fragili e che in realtà sei un essere potente. E se diventi consapevole del tuo potere poi vorrai usarlo e trasformarti nella donna che desideri…sembra fighissimo da dire, lo so. Ma da mettere in atto, no, è molto più complicato.
Il mio consiglio è di provare, senza aspettative, con amore verso te stessa. Potrebbe essere la più grande scoperta della tua vita. E puoi farlo per ogni contesto della tua vita, anche se non riesci ad accettare il tuo corpo.